7 dicembre 2007

Segnatevi questa data, entrerà negli annali della nostra Città. Ieri sera, la III Commissione Consiliare (la commissione cultura, per intenderci) ha dato il via libera all’oscar della santermanità.
Nella forma pressoché identica a quella che il Consiglio comunale aveva chiesto di modificare perché inadeguata.
Bontà loro, scartate le proposte di denominare il tutto Premio Città di Santeramo, di farne un bando, di istituire una commissione cittadina più ampia e scientificamente legittimata, di individuare un’opera d’arte quale premio… Il risultato: un regolamento modesto ed insignificante che prende a morsi la sintassi, tutto chiuso nelle stanze del Sindaco e che riporta nel recinto dell’ovile proprio quella “genialità” indigena che pretende di osannare.
Difficile parlare di cultura con questa maggioranza e non percepire, forte, la sensazione di perdere tempo.
Un vecchio adagio popolare narrava di asini, sapone e testa da lavare…

5 dicembre 2007

E’ ufficiosa, ma la notizia che il sindacolillo non voglia dar seguito al protocollo d’intesa stipulato e sottoscritto da Comune, ASL Ba 3 e Coop. Soc. Auxilium il 9 ottobre 2006 per dar vita ad un “Centro di eccellenza per la riabilitazione di persone autistiche” stenta a prendere la via della nostra televisione locale. Nulla di nuovo sotto il sole, direte voi.
Ogni dissenso viene semplicemente ignorato e sostituito da inaugurazioni ed opinioni sull’ameno universo mondo.
Una sorta di delicato intervallo negli affanni delle nostre vite.
Eppure, il dissenso apertosi con le famiglie interessate al centro per autistici non è una di quelle ferite che si richiuderanno con un bacino sulla bua: quel centro serve bisogni reali, costruisce sapere e non solo assistenza.
Chissà se è proprio questo livello innovativo nelle politiche sociali a spaventare la “santermanità” di Sindacolillo, costretto come sarebbe a confrontarsi con progetti ben più seri delle beghe interne alla sua maggioranza. A nulla serve ricordare come tutto sia stato già finanziato ed i lavori già assegnati. A nulla è servita la determinazione delle famiglie e delle associazioni. A nulla sono servite le assicurazioni dell’ASL sul prosieguo del centro. La parola fine era stata messa già sei mesi fa, all’alba della vittoria elettorale di Sindacolillo.

1 dicembre 2007

Sempre dal bollettino curva nord del Sindacolillo.
Il Presidente di Murgiamente scrive a molti cittadini, Istituzione e Organi di Informazione per informarli che una notissima ed apprezzata casa d’aste, Bloomsbury, ha appena messo all’asta un quadro di Francesco Netti, “Bari, lungomare” (1890). Dalla lettera di Luciano Rampino: “Il quadro, dal titolo “Bari, lungomare” (1890) è un olio su tavola di appena 9 centimentri per 17,8 e raffigura uno scorcio del lungomare di Bari come appariva alla fine del secolo XIX. Sono riconoscibili il castello svevo e la cattedrale di san sabino che spunta alle spalle di una schiera di case basse e bianche. Il quadro è datato in basso al centro “Bari, 9 luglio 1890”.
Chiede a chi può di partecipare all’asta per l’acquisto.
Tanto basta per scatenare le ire di tal Giovanni Tangorra, autonominatosi esperto di Netti, delle sue opere, della sua vita. Che denuncia come falso il quadro di Netti in vendita presso Bloomsbury Auctions, definita da TRC come “noto sito web commerciale dove si trova di tutto e di più”.
Bontà loro.
Da parte nostra, semplici appassionati dell’arte a trecentossanta gradi, ameremmo conoscere il parere della dott.sa Christine Farese Sperken, vera esperta e studiosa di Netti.
A lei dobbiamo molto.
Ai suoi studi, la notorietà di Francesco Netti.
Non ad altri improvvisati “cultori”.

Il diario

Riprendo questo vecchio blog, lasciato a riposo per inedia ed afasia, per necessità: infatti, quello che avevo destinato al confronto con i lettori del mio website www.carlocardinale.it si è dimostrato quasi subito inadeguato a contenere proposte, idee, polemiche a proposito della mia attività di consigliere comunale.
Eccoci, quindi, su Blogger.
Ricominciamo.

L’egoismo sociale in piazza

Immancabili, ogni qualvolta parla il centrodestra italiano, le svastiche , i saluti fascisti, gli insulti agli omosessuali e lesbiche, alle donne, ai meridionali. E non potrebbe essere diverso vista la tradizione piduista del capo.
Lascia perplesso che una metà degli italiani trovi in loro una speranza di futuro.
Sarà la vacuità della sinistra, la caduta libera della solidarietà, il mito imperante del denaro, delusione e disillusione…
Ma il forte sapore di passato che emana da queste manifestazioni muscolari ricorda tempi lontani che vorremmo archiviare una volta per tutte.

Corteo Cdl: le agenzie della vergogna
No Prodi, no frodi, no froci (Agenzia Dire ore 14.23)
Cdl: corteo giovani parte tra slogan duri (Ansa, ore 15.05)
È partito da piazza Indipendenza il corteo organizzato dai gruppi giovanili di An, Forza Italia e Lega. Alla testa del corteo camminano a braccetto il leader di An Gianfranco Fini, il vicepresidente della Camera Giorgia Meloni, il parlamentare di An e commissario della federazione romana Gianni Alemanno e la coordinatrice nazionale dei giovani di Forza Italia Beatrice Lorenzin. Subito dietro uno striscione che recita ‘rivogliamo il futuro provate a fermarcì. La partenza è stata scandita da alcuni slogan, provenienti dal fondo del corteo, molto duri e tutti all’indirizzo del premier: «Prodi infame per te ci sono le lame»; «Governo stalinista ti abbatteremo a vista»; «Prodi, Prodi, Prodi, boia, boia, boia». Assente dal corteo la delegazione dei giovani della Lega che, da quanto spiegano gli organizzatori si è dovuta fermare al Circo Massimo «a causa di problemi logistici».An, offese a Luxuria (Omniroma ore 15.24)
«Prodi boia, Luxuria è la tua troia». È lo slogan offensivo gridato da alcuni sostenitori di An che partecipano al corteo della Cdl che si sta lentamente muovendo da piazza del circo Massimo verso piazza San Giovanni.«Duce Duce» (Ansa ore 15.33)
«Boia chi molla è il grido di battaglia», canta il gruppo di Azione Giovane della Federazione provinciale di Velletri alla manifestazione organizzata dalla Cdl contro la Finanziaria del governo Prodi. Dal corteo, mescolandosi a suoni di tamburi e fischi, c’è chi grida «Duce Duce».Leghisti «Roma cristiana mai musulmana» (Ansa ore 15.35)
«Roma cristiana, mai musulmana». Hanno gridato anche questo i leghisti che hanno sfilato da Circo Massimo fino a San Giovanni. Immancabili nel corteo caricature di Prodi e dei suoi ministri. Alcuni poco raffinati come uno con su scritto «Camera con cesso» e il volto di Prodi-water poi i nomi di Luxuria, Caruso, Titti De Simone e Grillini che vengono «risucchiati» dal water. Con questo cartello i leghisti manifestano anche contro gli omosessuali. I militanti della Lega hanno anche fischiato l’inno nazionale trasmesso dal camper di Forza Italia. «Abbasso il terun» scandito da leghisti, gruppo da Napoli «Ma vattinne…» ( Ansa ore 15.24)
Fa strano sentire nel cuore del Circo Massimo lo slogan «abbasso il terun». Scandito così, in coro, sotto a decine di bandiere verdi del Sole delle Alpi, mentre accanto a quel gruppo di leghisti che lo urlano contenti, sfilano le bandiere di Forza Italia e di An portate da due gruppi giunti da Napoli.Sorridono i napoletani a quello slogan. Ma si vede lontano un miglio che è un sorriso di circostanza. Ma al successo «abbasso il terun», un «ma vattinne» esce dal cuore del cuore di quel gruppo di Napoli. I leghisti neanche lo sentono. «Bossi, Bossi» scandiscono in coro.Cdl in piazza sfila anche la bandiera della X Mas ( Dire ore 15.50)
Anche la bandiera della brigata che fu del comandanente Junio Valerio borghese in piazza con il centrodestra. a portare sulle spalle il vessillo del teschio con il motto «memento audere semper» non è però un facinoroso naziskin. ma un signore distinto, Antonio di Blasi, che quasi si commuove quando spiega perchè il suo impegno per la sigla del comandante borghese. «la xma mas esiste ancora- dice- siamo un’associazione che per lo più si occupa della tenuta di un cimitero, ad Anzio, dove sono sepolti 65 caduti della repubblica sociale. non siamo violenti, e non siamo neppure schierati politicamente, anche se ovviamente propendiamo a destra». di blasi è nipote di un militare italiano ucciso dai partigiani titini in albania dopo l’8 settembre del ’43. «erano in 22 di quel reparto- dice- furono fucilati tutti, meno uno che si salvò e portò in italia le targhette dei suoi compagni. poi siamo riusciti a recuperare i resti. lì inizia il mio impegno». E perchè è sceso in piazza oggi? «per nessun motivo particolare. sono venuto 10 anni fa- dice- ed ha portato bene, speriamo sia così anche questa volta». Più minacciosi di di Blasi, sembrano invece i giovani aennini di azione giovani nucleo bagnoli. per loro, schierati in una specie di falange casareccia, saluti romani e i soliti slogan: «boia chi molla, è il grido di battaglia» e «mi diverto solo se è Romano a morire».Con cartello Pisa e Pontedera gridano “L’Italia a noi!” (Ansa, 16.55)
Mentre il corteo partito dal Circo Massimo prosegue il suo cammino verso piazza san Giovanni, un gruppo di militanti con uno striscione con su scritto «Pisa-Pontedera» senza insegne di partito inizia a gridare: «Facciamo un saluto a Piazza Venezia» e subito mani tese in alto a fare il saluto romano. Il gruppo poi inizia a gridare: «L’Italia a noi!

L’informazione

Da molto tempo, stanco della banalità dell’informazione, non guardo telegiornali e non ascolto radiogiornali.

Appena arriva l’ora fatale, cambio canale o spengo.
Non è cambiato il mio bisogno di essere cittadino del mondo, informato. Non sopporto più la cattiva (o banale, inutile, futile) informazione. Condita da cattivissima professionalità dei giornalisti.
E’ inutile lamentarsi: questi sono tempi da commenti alle notizie, non di notizie in sé.
Mi blocco, affascinato, solo davanti all’Infedele di Gad Lerner. Domande poste con serenità ed intelligenza che aspettano risposte ponderate e serie; risposte che possono essere articolate in italiano corretto e che non badano alla lunghezza.
Una su tutte: l’intervista della scorsa settimana a David Grossman.
Una bellissima anomalia nel panorama nazionale dell’informazione che andrebbe protetta come un panda. E che riconcilia un po’ con l’intelligenza.


(Foto tratta da http://incontrocanto.splinder.com)

Addio, Robert Altman

E’ scivolato via nel freddo contorno di un lancio dell’ANSA.
“Morto a Los Angeles il grande maestro Robert Altman”.
La sua cinepresa, un coltello girato senza pausa nella piaga della contemporaneità americana.
E nella nostra.
Ci mancherà moltissimo.

<<Il mio bersaglio principale credo sia la cupidigia umana che ha trasformato il XX secolo in una bolgia di violenza e di crudeltà. Per rappresentare questa commedia nera del mondo mi sembra giusto rifiutare la tragedia in senso tradizionale. Preferisco raccontare una fiaba, come si potrebbe leggere in un fumetto avveniristico, anzi togliendole ogni colore cupo, tingendola di sferzante ironia.>>

Echi di libertà

Anni fa, Gregory Corso, poeta americano, chiedeva agli studenti universitari italiani come potessero tollerare la convivenza con il papa senza sentirsi poco liberi, costretti, obbligati come sono a condividere anche l’aria.
Corso dichiarò che non avrebbe potuto scrivere, sentirsi libero.

Gli attacchi rivolti alle imitazioni di Crozza e Fiorello ed ai monologhi della Litizzetto hanno un sapore antico, quello della censura papalina di memoria pre unitaria.
E seguono a ruota una insofferenza, sempre maggiore, sempre più aggressiva ed intollerante, della politica italiana. Che non sa più costruire progetti, indicare orizzonti, coinvolgere in sogni.

Solo ridurre gli spazi dedicati alla libera espressione del pensiero.
Resta solo una enorme pena per questi tempi senza pretese.

salve

E’ disastroso essere un cervo ferito.
Io sono il più ferito, i lupi incombono,
e ho anche i miei cedimenti.
La mia carne è presa nell’Amo Inevitabile!
Da bambino vidi molte cose che non volevo essere.
Sono la persona che non volevo essere?
La persona tipo parlar da soli?
La persona tipo favola dei vicini?
Sono io colui che, sugli scalini del museo, dorme
su di un fianco?
Indosso la stoffa di un uomo che ha fallito?
Sono lo scemo del villaggio?
Nella grande serenata delle cose,
sono io il brano più soppresso?

Gregory Corso
da ‘benzina’ (edizione italiana TEA, Milano, 1999)

Pulizie di casa

La luce ha scompaginato anni di polvere.
Ho cominciato a rimettere in ordine, per prima, la libreria.
Poi, la collezione di dischi e cd.
E, in ultimo, la cucina, con il fornello a legna ed i tegami di alluminio.
La napoletana di mia nonna è ancora sullo scaffale, piena di polvere anch’essa.
Ecco, un caffè è quello che ci vuole per abbandonarsi al panorama.
Dalla terrazza, seduto sulla sdraio a fascioni blu e bianchi, chiudendo gli occhi, annuso la salsedine lontana e, lento, un vago sentore di timo.
Da quassù tutto sembra così lontano…